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domenica 24 febbraio 2008

Inquinare meno si può!

Monnezza... sempre monnezza...
anche se italica monnezza è meglio!
Ogni giorno ognuno di noi produce chili e chili di resti, organici e non...
Ma possibile che non si possa far niente?!?
Intendo dire, possibile che ognuno di noi non abbia la capacità di produrre meno monnezza?
Analizziamo una classica giornata di ordinaria spesa in un classico centro commerciale dei nostri giorni...
Arrivi al centro commerciale, fai la spesa, vai alla cassa,
chiedi i sacchetti per la spesa (che paghi profumatamente!) e, riempite le buste torni a casa.
Risultato... oltre ai prodotti che ti occorrono, ti sei caricato il cofano di buste di plastica, confezioni monoporzione, pacchi e pacchetti vari...
che finiscono irrimediabilmente all'immondezza dopo un solo utilizzo!
Un tempo era diverso, uscivi da casa, andavi al negozio a comprare il pane con sottobraccio il sacchetto multiuso di stoffa... lo riempivi delle cose che ti occorrevano e rientravi a casa...
Andavi poi dal contadino con la tua bella bottiglia di vetro sotto braccio... la riempivi e te ne tornavi a casa...
Andavi dall'oste con il bottiglione di vino vuoto, prendevi ciò che ti occorreva ed era fatta...
Certo, di tanto in tanto ti capitava l'imprevisto... una bottiglia ti si poteva rompere e allora dovevi cambiarla... ma oggi si butta tutto dopo un solo utilizzo!
E' assurdo...
E allora, come è mio solito... proviamo a cambiare il mondo... dalle piccole cose... e magari risparmiando!
Procuriamoci due o tre sacchetti di stoffa... la mamma sarà felice di cucirli per noi...
e usiamoli per fare la spesa! Se riusciamo a usarli una volta alla settimana, significa un risparmio annuo di almeno 100 sacchetti di plastica, che al prezzo di 5 centesimi fanno 5 euro risparmiati! Ma questo è il minimo... significa infatti 100 sacchetti in meno immessi nel mondo!
Voi direte, cosa vuoi che sia... ma facciamo i conti per l'Italia... supponiamo 1 spesa settimanale da due sacchetti l'una per famiglia, composta da tre persone... cioè circa 40 milioni di sacchetti la settimana che finiscono all'immondezza! Quindi più di 2 miliardi di sacchetti l'anno risparmiati!?!
Pensate che bello... nel giro di qualche anno riusciremo a girare per l'Italia senza più vedere svolazzare le buste dell'immondezza trascinate dal vento!
Ora estendiamo il concetto e chiediamo aiuto alla Grande Distribuzione... perché infatti non progettare e installare presso i loro grandi centri commerciali un punto con i distributori automatici di prodotti?!? Chi vuole il riso va al suo bel distributore e usando il suo sacchetto in stoffa con tanto di ricamo "Riso" in evidenza, si porta via il suo prodotto... poi si sposta al distributore della pasta e fa lo stesso... quindi si reca all'angolo del latte e estratta la sua bella bottiglia di vetro dal carrello fa il pieno di latte vaccino pastorizzato...
Ma non si può fare... mi direte... dove la metti l'igiene? Ed è forse "igienica" la situazione che stà passando Napoli?
"Ma pè piacere..."
Direbbe il grande Antonio De Curtis... in arte Totò!
Chissà che direbbe lui a vedere Napoli in queste condizioni...
A proposito, l'unica cosa che potrebbe convincere la grande distribuzione a far qualcosa del genere è il guadagno... e allora ecco dei suggerimenti che potrebbero farli guadagnare!
Avere dei distributori automatici fa risparmiare perché permette di sfruttare i locali vendita fino al tetto o quasi... gli scaffali scomparirebbero lasciando il posto a dei silos verticali che occupano una superficie minore sviluppandosi verticalmente. Il silos distributore potrebbe essere riempito dall'alto anche in maniera automatica, velocizzando le operazioni di rifornimento... niente scaffali vuoti col negozio pieno di gente e niente grandi manovre per riempire gli scaffali! Eliminare gli involucri significa anche muovere pesi inferiori... gli involucri pesano... eliminare i pacchi della pasta significa movimentare solo il prodotto... e quindi risparmiare in termini di viaggi e di carburante e di spese connesse... ed ho parlato di pasta... ma pensate quanto pesa il vetro delle bottiglie... vino, acqua, succhi di frutta... ogni giorno spostiamo per il mondo un peso enorme... e lo facciamo per niente perché poi buttiamo tutto! E' semplicemente una questione di fisica.
E' più conveniente spostare il prodotto senza involucri e lasciare al consumatore l'onere del contenitore... ci guadagniamo tutti e ci guadagna il mondo che si vedrà di colpo alleggerito dal peso di tanta immondezza!
Sperando di aver convinto almeno qualcuno...
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

domenica 17 febbraio 2008

Quante cose si possono fare nell'arco di una vita?

Hai mai provato a elencare le cose che ti piacerebbe fare?

Domanda facile, risposte banali... penso...
Eppure, pensandoci bene...
quante cose si possono fare nell'arco di una vita?
Se dovessi rivolgere a me stesso la domanda, mi troverei in imbarazzo!
Tanto per cominciare, direi le cose che mi piacerebbe fare...
Vorrei fare lo scrittore... da grande!
Chissà...
E poi?

Beh, le cose che mi piace fare, bene o male, le faccio già!
Vorrei viaggiare, ecco, si...
vorrei vedere il mondo con i miei occhi...

Ne ho trovate già due...
O solamente due, questione di punti di vista...
bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, insomma!

Due... pensavo di più!
Viaggiare e scrivere...
si, credo che mi piacerebbe...

Ma ancora devo crescere...
e così vado avanti a fare ciò che posso per cambiare il mondo...

Cambiare il mondo... e così siamo a tre!
Nient'altro?
Nessun'altra idea per il futuro?

Si potrebbe obiettare che "cambiare il mondo" potrebbe richiedere più di una vita...
Si, sono d'accordo, ma forse cambiare il mondo è più semplice di quanto si pensi...
Uno nasce e cambia il mondo dei suoi genitori,
dei nonni, dei fratelli...
Vive e istante dopo istante cambia il mondo di chi gli stà affianco...
poi magari, nell'era di internet, uno si mette a scrivere le sue riflessioni su di un blog e cambia il mondo di chi lo legge, magari a tremila chilometri di distanza...
E così, con un colpo solo ho realizzato tutti i miei desideri...
Ho scritto, ho viaggiato... e ho cambiato il mondo!

Ed ora che faccio?!?
Un bel viaggio nel passato... magari, con un bel libro di storia tra le mani!

Alessandro Giovanni Paolo Rugolo

domenica 10 febbraio 2008

Antichi sapori di Sardegna - Is zippuasa

Non potrò mai dimenticare quell'odore forte di olio per friggere... e noi bimbi tutti attorno a correre e urlare e lei, mia madre, che strilla "State lontani... è pericoloso!"



Poi le prime frittelle vengono calate nell'olio caldo e l'odore si diffonde per le stanze...


Solo pochi secondi e le frittelle vengono pescate, scolate e girate nello zucchero semolato per finire nelle bocche di noi bambini, finalmente fermi!

Quest'oggi l'ambiente era più tranquillo, chi ha più quattro figli urlanti in famiglia?

Ma c'era aria di festa mentre io e mia moglie mettevamo alla prova i nostri ricordi di ricette quasi dimenticate...
Cosa ne dici se proviamo a fare le zeppole? Dice mia moglie...

Certamente... rispondo io!

Non occorre altro, ci buttiamo subito nella preparazione, qualcosa la ricordiamo, per il resto c'è il telefono e l'esperienza delle nonne a disposizione e così, senza troppo faticare, anche noi ci troviamo con le mani sporche di farina... unte di strutto... profumate di buccia d'arancia... scottate dalle patate bollenti ma, infine, soddisfatti!

Ed ecco il momento più bello, la prima frittella calata nell'olio per la prova della temperatura...
Mh... l'olio è ancora freddo... non è cotta ben...

Ma la prossima è già cotta, inzuccherata e bella che mangiata!

Un pezzo a testa, il primo pezzo a nostro figlio e poi un morso a testa...


E così, tra due frittelle cotte ed una mangiata è passata la serata e noi, ancora una volta, abbiamo rievocato un pizzico della nostra terra, la Sardegna, grazie ad uno dei suoi antichi dolci... is zippuasa!



Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO