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mercoledì 27 giugno 2007

L’esplorazione …

Supponiamo per un attimo di non essere più noi stessi. Immaginiamo solo per un attimo che l’anima abbandoni il corpo, vagabonda nello spazio, irrispettosa delle leggi della Fisica (ma perché dovrebbe rispettarle?).
Anima soprannaturale, forse immortale, sicuramente inspiegabile nella sua essenza.
Una sensazione strana s’impadronisce del corpo vuoto, consapevole d’essere privo di una parte di se (ma è poi possibile? Si può essere consapevoli dell’assenza dell’anima?).
Coscienza e anima separate! Due essenze indissolubilmente legate da un unico destino, imprigionate in un unico corpo a volte troppo stretto per contenerle entrambe.
Scappa, scappa lontano dalla prigione di carne, di tessuti, d’ossa.
Lontano dalla Coscienza, nell’Universo senza stelle dell’Inconsapevolezza, nel Buio Assoluto dell’Inesistenza…
Attimo di libertà in un Universo senza dimensioni e quindi senza Tempo, attimo infinitesimale ed allo stesso tempo infinito.
Che senso ha scappare? Si scappa da qualcosa di brutto, di terribile, si scappa dalle proprie paure…Si può scappare dalla propria Coscienza?
Qual è il senso di una simile fuga?
Può l’anima esistere indipendentemente dalla propria Coscienza?
Supponiamo di si!
L’anima può dunque esistere indipendentemente dalla Coscienza. Anima e Coscienza come due essenze separate e distinte, ma essendo distinte dovrebbero essere diverse per cui una volta separate, l'Anima non dovrebbe avere più coscienza di se o meglio del corpo nel quale si trovava fino ad un istante prima.
Ammettere che anima e Coscienza sono separate e distinte significa dunque ammettere che tutte le anime sono uguali oppure significa che non sappiamo come distinguerle una volta separate dalle rispettive coscienze. Si potrebbe anche ipotizzare che esista un’unica anima collettiva ma quest’immagine non è compatibile col nostro modo di pensare.
Se vogliamo che l’anima, se esiste, sia una e unica per ogni essere umano, dobbiamo supporre che non possa esistere indipendentemente dalla coscienza. Dunque anima e coscienza sono unite affinché l’anima abbia coscienza di se!
Si può trovare l’anima cercando la coscienza?
Se anima e coscienza sono legate tra loro così indissolubilmente, il corpo che cos’è se non un involucro vuoto di significato?
Se anima e coscienza sono l’essenza dell’Io, perché si sono circondate di un corpo?
Se crediamo che ogni cosa, vivente e non, abbia un senso in quanto esiste, dobbiamo attribuire un senso anche al corpo. Non più “involucro vuoto di significato”, ma completamento, se non origine, di anima e coscienza!
Dove ci ha portato l’abbandonare il nostro corpo anche solo per un istante?
Forse molto vicino alla realtà, forse in un mondo di fantasia… popolato da Anime, da Coscienze e da Corpi Vuoti di Significato...

Ha un senso ciò che ho scritto?
Forse no! Ma d'altronde scrivere cose senza senso è prerogativa di esseri pensanti.
Rendersi conto di aver scritto cose senza senso è prerogativa di esseri intelligenti.
Dubitare sul senso delle cose scritte è prerogativa del genio delle persone intelligenti!

giovedì 21 giugno 2007

Pasta con asparagi



Prologo
Come tutti i venerdì, mi trovo alle prese con l’ardito compito di fare la spesa settimanale nel centro commerciale di turno!
L’avventura comincia, come al solito, nel momento in cui bisogna convincere mio figlio della necessità di uscire per far compere…
Dopo mezz’ora di lamenti, capricci e promesse… finalmente si esce!
“Che si fa a pranzo domenica?”, domanda mia moglie…
La domanda è terribile... ed è di quelle che non possono avere risposta…
Qualunque cosa sarebbe “… troppo grassa”, “… troppo pesante”, “… troppo piccante”, “...troppo … troppo!”
Poi, sul banco della verdura, scorgo un mazzetto di asparagi… coltivati, purtroppo!
Eppure, per una volta, tutti ci troviamo d’accordo… e così gli asparagi diventano parte del pranzo della domenica!
Per il resto la spesa prosegue come tutti i venerdì…
“Prendiamo un po di carne?” … “No! Non mi piace!”
“Ti va il pesce?” … “Ha un colorito strano…”
“Ci sono le mozzarelle in offerta…”, “Le abbiamo mangiate ieri!”
e così… dopo il salasso alla cassa… si torna a casa!


Domenica mattina…

E’ domenica,
apro il frigo per fare colazione e…
Eccoli! Sono là… così come li ho comprati… ancora avvolti nel cellophane!
“Cosa stai facendo?!?” Mi apostrofa mia moglie...
“Non eri a dieta?” Insiste...
“Non ho mangiato niente (purtroppo... penso...), ho visto gli asparagi e pensavo di pulirli...”
Così, mentre la famiglia si prepara per uscire io m'accingo a cucinare…
Sono indeciso se farli con la carne o con la pasta...
Una bella salsetta agli asparagi... ecco cosa fare, potrò usarla indifferentemente... sulla pasta o sulla carne.
La pulizia degli asparagi mi porta via un po di tempo, nel mentre l'acqua bolle...
Dopo aver tagliato le cime (6-8 centimetri) le butto nell'acqua bollente con un cucchiaio di sale grosso. Dopo circa dieci minuti mi sembrano sufficientemente morbide. Le scolo e...
“Ancora così? Ci sei un'ora!”
“Lo so... Lo so... La cucina è un'arte... un piacere... è come una passeggiata nel bosco in una giornata di primavera... non devi mettermi fretta!”
Lascio sfreddare gli asparagi quindi li metto nel frullino con l'olio d'oliva e un pizzico di sale fino... sono ancora insipidi...
Il rumore del frullino è fastidioso... ma il profumo degli asparagi vale il fastidio... certo che non sono gli asparagi selvatici... quelli hanno tutto un altro odore... e sapore...
“Papi, papi...”
“Papiiii...”
“Che c'è... Francesco!”
“Stai facendo il pesto alla genovese?”
"No, una crema di asparagi... senti che buon odore di asparagi e d'olio? Assaggia...”
“Mhmm... buono! Perchè non ci metti i pinoli?”
“Pinoli? Perchè no!?! Proviamo...”
Aggiungo una manciata di pinoli e frullo ancora...
Il profumo degli asparagi dell'olio e dei pinoli si spande per la cucina... preparo l'acqua per la pasta e...


“Noi siamo pronti... usciamo?”
... sono solo le undici!
Purtroppo!

Ma fra due ore... Si, fra due ore...

martedì 12 giugno 2007

Festività... (Natale 1999)

“E' festa, Buon Natale!”
Urlano i bimbi per strada all'uscita di scuola, corrono a casa per le vacanze, fermandosi solo un attimo a salutare il compagno di banco...
Si sente la festa nell'aria, urla gioiose, canti di chiesa, profumi d'arrosto...
Negli angoli delle strade scoppiettano caldarroste saporite che i passanti si fermano a comperare, fa piacere tenerle tra le mani, attraverso i guanti si sente il tepore che emanano ancora e il profumo riempie l'aria circostante.
Le donne girano per i negozi per le ultime spese, i ritardatari si affrettano per l'acquisto degli ultimi regali.
Tante bancarelle lungo le strade, nella piazza del paese, vicino alla scuola, vendono bambole di pezza, fuochi d'artificio e caramelle per tutti i gusti e di tutti i colori.
Qualche fiocco di neve comincia a cadere, volteggiando nell'aria fredda mattutina posandosi in ogni dove, formando cumuli dalle forme strane, coprendo i rami spogli degli alberi e trasformando i cavi del telefono in strani salsicciotti bianchi...
Pupazzi di neve nascono in ogni angolo, lunghe carote per naso, grandi bottoni luccicanti sul petto e con in mano una ramazza vecchia, non più utilizzabile...
Aria di festa, le porte delle case sono agghindate con ghirlande natalizie, campanelle dorate, nei giardini alberi festanti, palline colorate hanno preso il posto delle foglie cadute in autunno, solo qualche raro abete è ancora verde...
Le edicole, stracolme di riviste, espongono i calendari per l'anno che viene, i bimbi accompagnati dai genitori comprano le figurine dei calciatori...
“Papà, mi compri...”, è la frase più usata...
Nei grandi magazzini tanti Babbo Natale offrono dolci ai bambini e scattano fotografie, tutti sono allegri, sembra che non esista più alcun dispiacere al mondo...
Poi si cresce... e gli occhi di un bimbo diventano quelli di un adulto, capaci di vedere cose che prima non si vedevano...
Eppure in questo giorno di festa quegli occhi continuano a vedere venditori di caldarroste, bancarelle di caramelle, edicole colme di riviste, fiocchi di neve che cadono sui tetti voltegggiando allegramente, bimbi che corrono per strada urlando la loro gioia, passanti frettolosi che portano sotto braccio regali appena acquistati...

Poi qualcuno mi tira la mano, riportandomi alla realtà...

“Papà... mi compri le figurine?”