Welcome to Tuttologi's Academy!

venerdì 19 ottobre 2007

Parkinson's second law...

I would like to spend a few word about the subject on the title...
The book I'm reading starts with:
"Parkinson's second law, like the first, is a matter of everyday experience, manifest as soon as it is stated, as obvious as it is simple.
When the individual has a rise in salary, he and his wife are prone to decide how the additional income is to be spent [..]
The extra salary is silently absorbed, leaving the family barely in credit and often, in fact, with a deficit which has actually increased."
Beh, Mr. Parkinson ha detto una grande verità!
Non pensate?
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

mercoledì 19 settembre 2007

La filosofia del buongustaio...

E’ difficile immaginare con che gusto mi accingo a cucinare, con quale trepidazione mi avvicino ai fornelli della vecchia cucina a gas di mia nonna…
In mente ho il sapore intenso dei condimenti della carne, delle spezie, dei sughi preparati magistralmente e con tanto amore. Ora tocca a me cimentarmi con pentole, mestoli, spezie e cibi, capaci se ben preparati, di rendere piacevole la più povera delle mense. Con che piacere accendo il fornello sfregando lo zolfanello tra due mattonelle della parete della cucina, come ho visto fare tante volte da mia nonna. L’odore dello zolfo è preludio di sontuosi banchetti, è l’anticamera di speziate portate, è l’inizio di un’avventura sempre diversa nelle sue saporite vicende… Mi danzano davanti agli occhi, stimolando l’appetito, gustosi antipasti di pesce composti da rossi gamberetti insaporiti con maionese, chiara e profumata, sormontata da tre foglie di prezzemolo fresco, artisticamente sistemate... Mi accorgo di essere pronto a gustare queste delizie, poi mi fermo...
sento che manca qualcosa... Uno spruzzo di limone, come per incanto, riempie l’aria di profumo… Guarnisco il piatto con sottili fette di cetriolo dalle rotondità perfette! Completamento visivo per il piacere dei sensi… L’antipasto è pronto, ripongo il piatto sul ripiano in legno della cucina e torno ai fornelli. Mucchietti ben distinti di verdure attendono, sul tagliere, di essere impiegati!
La pancetta affumicata, condita con pepe nero, attende anch’essa d'esser saltata in padella, felice di nuotare nell’olio bollente... appetitoso olio d’oliva.
Mi richiama alla realtà l’odore dell’olio caldo, vi immergo le verdure cotte a vapore, ancora ricche d’acqua, spinaci dalla foglia larga, fronzuta cicoria selvatica, colorate e saporite carote.
Sbatto due uova in un piatto, due pizzichi di sale e una spruzzata di peperoncino … movimenti ormai naturali per un buongustaio, visti fare tante volte e poi provati e riprovati nel tempo. Le verdure sono quasi pronte, l’acqua è evaporata, la pancetta è ben rosolata. Aggiungo le uova sbattute, il profumo si spande nell’aria, ricordi mi affiorano alla mente. Devo fare attenzione, è ora di spegnere il fornello, il calore della padella, dell’olio e delle verdure faranno il resto. Ora, a fuoco spento, aggiungo le scaglie di parmigiano.
Non ho ancora finito, ma già il profumo intenso e stuzzicante riempie l’aria circostante. Stendo su un piatto da portata delle foglie di lattuga e vi adagio sopra la torta di verdure, guarnisco i bordi con dei ravanelli tagliati a forma di bocciolo di rosa… E’ giunto il momento di preparare il primo piatto. Immagino già il profumo invitante "dessa fregua cun cocciua" alla mia maniera. Verso in un tegame dell’olio d’oliva, vi taglio dentro il prezzemolo fresco, in abbondanza, e l’aglio quindi aggiungo i frutti di mare, cozze, vongole ed arselle sgusciate. Attendo per qualche minuto che il profumo si diffonda nell’aria, che si confonda con gli odori forti della pancetta e dell’aglio, quindi aggiungo un pomodoro fresco finemente tagliato. Ancora qualche minuto… Mescolo di tanto in tanto con un vecchio mestolo in legno trovato sul fondo del cassetto. Quante pietanze potrebbe raccontare, quanti sublimi sapori potrebbe ricordare se solo potesse parlare… E’ giunto il momento di aggiungere sa fregua, mescolo velocemente e faccio in modo che rosoli leggermente, poi aggiungo il brodo, come quando si prepara il risotto. Assaggio … occorre ancora un pizzico di sale. Pochi minuti di cottura e il primo piatto sarà pronto! Verso sa fregua cun cocciua in una terrina bassa, guarnita con due foglie di radicchio rosso e poi sopra il tutto poggio due cime di basilico fresco. Dei crostini di pani arridau conditi con olio, sale e mattuzzu raccolto la mattina, attendono sulla tavola imbandita l’arrivo del buongustaio…

Alessandro Giovanni Paolo Rugolo

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Sa fregua è un tipo di pasta/minestra di grano duro tipica della Sardegna.
Sa fregua cun cocciua è la minestra con i frutti di mare.
Su mattuzzu è un tipo di insalata selvatica amara.
Su pani arridau è il pane abbrustolito.

mercoledì 27 giugno 2007

L’esplorazione …

Supponiamo per un attimo di non essere più noi stessi. Immaginiamo solo per un attimo che l’anima abbandoni il corpo, vagabonda nello spazio, irrispettosa delle leggi della Fisica (ma perché dovrebbe rispettarle?).
Anima soprannaturale, forse immortale, sicuramente inspiegabile nella sua essenza.
Una sensazione strana s’impadronisce del corpo vuoto, consapevole d’essere privo di una parte di se (ma è poi possibile? Si può essere consapevoli dell’assenza dell’anima?).
Coscienza e anima separate! Due essenze indissolubilmente legate da un unico destino, imprigionate in un unico corpo a volte troppo stretto per contenerle entrambe.
Scappa, scappa lontano dalla prigione di carne, di tessuti, d’ossa.
Lontano dalla Coscienza, nell’Universo senza stelle dell’Inconsapevolezza, nel Buio Assoluto dell’Inesistenza…
Attimo di libertà in un Universo senza dimensioni e quindi senza Tempo, attimo infinitesimale ed allo stesso tempo infinito.
Che senso ha scappare? Si scappa da qualcosa di brutto, di terribile, si scappa dalle proprie paure…Si può scappare dalla propria Coscienza?
Qual è il senso di una simile fuga?
Può l’anima esistere indipendentemente dalla propria Coscienza?
Supponiamo di si!
L’anima può dunque esistere indipendentemente dalla Coscienza. Anima e Coscienza come due essenze separate e distinte, ma essendo distinte dovrebbero essere diverse per cui una volta separate, l'Anima non dovrebbe avere più coscienza di se o meglio del corpo nel quale si trovava fino ad un istante prima.
Ammettere che anima e Coscienza sono separate e distinte significa dunque ammettere che tutte le anime sono uguali oppure significa che non sappiamo come distinguerle una volta separate dalle rispettive coscienze. Si potrebbe anche ipotizzare che esista un’unica anima collettiva ma quest’immagine non è compatibile col nostro modo di pensare.
Se vogliamo che l’anima, se esiste, sia una e unica per ogni essere umano, dobbiamo supporre che non possa esistere indipendentemente dalla coscienza. Dunque anima e coscienza sono unite affinché l’anima abbia coscienza di se!
Si può trovare l’anima cercando la coscienza?
Se anima e coscienza sono legate tra loro così indissolubilmente, il corpo che cos’è se non un involucro vuoto di significato?
Se anima e coscienza sono l’essenza dell’Io, perché si sono circondate di un corpo?
Se crediamo che ogni cosa, vivente e non, abbia un senso in quanto esiste, dobbiamo attribuire un senso anche al corpo. Non più “involucro vuoto di significato”, ma completamento, se non origine, di anima e coscienza!
Dove ci ha portato l’abbandonare il nostro corpo anche solo per un istante?
Forse molto vicino alla realtà, forse in un mondo di fantasia… popolato da Anime, da Coscienze e da Corpi Vuoti di Significato...

Ha un senso ciò che ho scritto?
Forse no! Ma d'altronde scrivere cose senza senso è prerogativa di esseri pensanti.
Rendersi conto di aver scritto cose senza senso è prerogativa di esseri intelligenti.
Dubitare sul senso delle cose scritte è prerogativa del genio delle persone intelligenti!

giovedì 21 giugno 2007

Pasta con asparagi



Prologo
Come tutti i venerdì, mi trovo alle prese con l’ardito compito di fare la spesa settimanale nel centro commerciale di turno!
L’avventura comincia, come al solito, nel momento in cui bisogna convincere mio figlio della necessità di uscire per far compere…
Dopo mezz’ora di lamenti, capricci e promesse… finalmente si esce!
“Che si fa a pranzo domenica?”, domanda mia moglie…
La domanda è terribile... ed è di quelle che non possono avere risposta…
Qualunque cosa sarebbe “… troppo grassa”, “… troppo pesante”, “… troppo piccante”, “...troppo … troppo!”
Poi, sul banco della verdura, scorgo un mazzetto di asparagi… coltivati, purtroppo!
Eppure, per una volta, tutti ci troviamo d’accordo… e così gli asparagi diventano parte del pranzo della domenica!
Per il resto la spesa prosegue come tutti i venerdì…
“Prendiamo un po di carne?” … “No! Non mi piace!”
“Ti va il pesce?” … “Ha un colorito strano…”
“Ci sono le mozzarelle in offerta…”, “Le abbiamo mangiate ieri!”
e così… dopo il salasso alla cassa… si torna a casa!


Domenica mattina…

E’ domenica,
apro il frigo per fare colazione e…
Eccoli! Sono là… così come li ho comprati… ancora avvolti nel cellophane!
“Cosa stai facendo?!?” Mi apostrofa mia moglie...
“Non eri a dieta?” Insiste...
“Non ho mangiato niente (purtroppo... penso...), ho visto gli asparagi e pensavo di pulirli...”
Così, mentre la famiglia si prepara per uscire io m'accingo a cucinare…
Sono indeciso se farli con la carne o con la pasta...
Una bella salsetta agli asparagi... ecco cosa fare, potrò usarla indifferentemente... sulla pasta o sulla carne.
La pulizia degli asparagi mi porta via un po di tempo, nel mentre l'acqua bolle...
Dopo aver tagliato le cime (6-8 centimetri) le butto nell'acqua bollente con un cucchiaio di sale grosso. Dopo circa dieci minuti mi sembrano sufficientemente morbide. Le scolo e...
“Ancora così? Ci sei un'ora!”
“Lo so... Lo so... La cucina è un'arte... un piacere... è come una passeggiata nel bosco in una giornata di primavera... non devi mettermi fretta!”
Lascio sfreddare gli asparagi quindi li metto nel frullino con l'olio d'oliva e un pizzico di sale fino... sono ancora insipidi...
Il rumore del frullino è fastidioso... ma il profumo degli asparagi vale il fastidio... certo che non sono gli asparagi selvatici... quelli hanno tutto un altro odore... e sapore...
“Papi, papi...”
“Papiiii...”
“Che c'è... Francesco!”
“Stai facendo il pesto alla genovese?”
"No, una crema di asparagi... senti che buon odore di asparagi e d'olio? Assaggia...”
“Mhmm... buono! Perchè non ci metti i pinoli?”
“Pinoli? Perchè no!?! Proviamo...”
Aggiungo una manciata di pinoli e frullo ancora...
Il profumo degli asparagi dell'olio e dei pinoli si spande per la cucina... preparo l'acqua per la pasta e...


“Noi siamo pronti... usciamo?”
... sono solo le undici!
Purtroppo!

Ma fra due ore... Si, fra due ore...

martedì 12 giugno 2007

Festività... (Natale 1999)

“E' festa, Buon Natale!”
Urlano i bimbi per strada all'uscita di scuola, corrono a casa per le vacanze, fermandosi solo un attimo a salutare il compagno di banco...
Si sente la festa nell'aria, urla gioiose, canti di chiesa, profumi d'arrosto...
Negli angoli delle strade scoppiettano caldarroste saporite che i passanti si fermano a comperare, fa piacere tenerle tra le mani, attraverso i guanti si sente il tepore che emanano ancora e il profumo riempie l'aria circostante.
Le donne girano per i negozi per le ultime spese, i ritardatari si affrettano per l'acquisto degli ultimi regali.
Tante bancarelle lungo le strade, nella piazza del paese, vicino alla scuola, vendono bambole di pezza, fuochi d'artificio e caramelle per tutti i gusti e di tutti i colori.
Qualche fiocco di neve comincia a cadere, volteggiando nell'aria fredda mattutina posandosi in ogni dove, formando cumuli dalle forme strane, coprendo i rami spogli degli alberi e trasformando i cavi del telefono in strani salsicciotti bianchi...
Pupazzi di neve nascono in ogni angolo, lunghe carote per naso, grandi bottoni luccicanti sul petto e con in mano una ramazza vecchia, non più utilizzabile...
Aria di festa, le porte delle case sono agghindate con ghirlande natalizie, campanelle dorate, nei giardini alberi festanti, palline colorate hanno preso il posto delle foglie cadute in autunno, solo qualche raro abete è ancora verde...
Le edicole, stracolme di riviste, espongono i calendari per l'anno che viene, i bimbi accompagnati dai genitori comprano le figurine dei calciatori...
“Papà, mi compri...”, è la frase più usata...
Nei grandi magazzini tanti Babbo Natale offrono dolci ai bambini e scattano fotografie, tutti sono allegri, sembra che non esista più alcun dispiacere al mondo...
Poi si cresce... e gli occhi di un bimbo diventano quelli di un adulto, capaci di vedere cose che prima non si vedevano...
Eppure in questo giorno di festa quegli occhi continuano a vedere venditori di caldarroste, bancarelle di caramelle, edicole colme di riviste, fiocchi di neve che cadono sui tetti voltegggiando allegramente, bimbi che corrono per strada urlando la loro gioia, passanti frettolosi che portano sotto braccio regali appena acquistati...

Poi qualcuno mi tira la mano, riportandomi alla realtà...

“Papà... mi compri le figurine?”

giovedì 24 maggio 2007

Karalis

Distesero le ali in un volo notturno
Pensieri senza preavvisi come mulinelli nell'aria
Suoni di parole sospirati in libertà
Occhi chiusi per sognare vicino lo sguardo
Effimere carezze di mani impalpabili
Labbra sfiorate dal vento dell'anima
Nella costruzione di un mosaico senza confini

Marica di Camillo

mercoledì 16 maggio 2007

Attenti a quei due...

Chi come me negli anni ottanta era un ragazzino sa a cosa mi riferisco... ma oggi, quei due, sono i due caselli autostradali di Civitavecchia!
Perchè, vi chiederete...
ebbene in poche parole ecco a voi...
- il casello autostradale Civitavecchia Nord... in ingresso e in uscita, costo per i turisti 1,70 euro... attenzione, Turisti... c'è il cartello che vi invita a prendere uscita Civitavecchia Nord per l'imbarco in nave... se invece prendete l'uscita sud andrete a finire nel traffico cittadino... quindi... il costo è di 0,80 euro!
Ma questo non ve lo dice nessuno...
Non ci credete?
Provare per credere!
Strano paese il nostro...

Spargete la voce... affinchè capiscano che chi non gli ammorba l'aria e chi non gli aumenta il traffico cittadino... deve essere agevolato e non punito!

Alla prossima!

Alessandro Giovanni Paolo Rugolo

venerdì 11 maggio 2007

Luna

..il miracolo delle nuove amicizie..

Finiva l’estate del 2006 e tornai ad incontrarmi più spesso con Luna. Lei raggiungeva spesso Roma perché qui viveva l’amore che aveva conosciuto nell’agosto in vacanza ad Ibiza. Dal tempo in cui tre anni fa lasciai la sua terra non avemmo più modo di raccontarci di noi. Così, arrivò nella città eterna accompagnata dalle favole di Bambaren:“per essere felici basta ascoltare il cielo”, mi disse.
Sorrisi e rammentai il nostro primo incontro. La conobbi ad Eureka, una palestra dove si praticano arti orientali. Noi seguivamo la disciplina del “Tai-Chi Chuan”.
Lei, fra tutti, era la più indisciplinata del corso. Cinica, scettica e incurante dei suggerimenti e delle regole dettate dal maestro KenRyu. La puntualità e la pratica zazen erano assolutamente da evitare per lei; la posizione del fior di loto scomoda e insopportabile.
Tuttavia, si divertiva a muovere ad onda i muscoli dell’addome per bearsi dei benefici fisici di quella danza. Ma che il tai-chi portasse benessere anche alla mente tramite la meditazione dinamica era per lei insostenibile, inspiegabile, irrazionale.
Non percepiva ancora che quella danza aveva concepito la nostra amicizia e che il miracolo era l’esserci incontrate: Luna, Fiorella, Caterina ed io.
Successivamente, le strade ci hanno condotto altrove tra Milano, Roma e Bari, ma nessuna ha piu’ paura di rimanere sola. Ognuna sente i momenti di illusione, di gioia e di tristezza dell’altra.
Ci avviciniamo all’estate del 2007 e Luna mi racconta dei miracoli che accompagnano il nostro quotidiano e dei mondi magici e fantastici da scoprire. Mi racconta di notti trapunte di stelle e di quella più luminosa che aveva ammirato ad Ibiza e che finalmente aveva toccato al semplice allungarsi della sua mano incantata.
E mi ammonisce ma per farlo a se stessa “lotta per proteggere i miracoli del nostro quotidiano, difendi i limpidi pensieri dalla vanità della nostra mente e dalla resa del cuore”.

Marica di Camillo

domenica 22 aprile 2007

Il tagliere... anche oggi appoggiato sul lavandino... la mattina comincia così!
Non appena alzato sono costretto a subire le angherie di mia moglie... sempre pronta a ricordarmi la posizione esatta (comprensiva di coordinate spaziali) del tagliere usato la sera prima per preparare la mia insalata!
Ebbene si... è così!
Quante volte devo dirti di appendere il tagliere?